Il gioco come strumento
educativo e formativo
Il gioco non deve essere visto esclusivamente come un momento ludico o ancor peggio come una perdita di tempo. Può essere a tutti gli effetti un momento di formazione!
La ricerca educativa ci dice esattamente che giocare coinvolge le sfere cognitive correlate alla motivazione e al coinvolgimento degli studenti.
Ciò che impariamo con più entusiasmo, viene assimilato molto più facilmente e più a lungo. Consente di imparare in modo efficace, per di più divertendosi.
Durante il gioco è più semplice imparare, in quanto si innescano numerose attività sensoriali.
È un’attività persistente e continuata che accompagna l’intera esistenza umana: giocano i grandi come i piccoli, anche se con modalità e finalità diverse.
Il gioco fornisce gli stimoli necessari per lo sviluppo del sistema nervoso, conserva e rinnova le attività acquisite, libera da emozioni negative e prepara ai sentimenti. L’attività ludica, insomma, sviluppa l’intera personalità umana, dal pensiero alla creatività.
Psicologi, neuropsichiatri, pedagogisti, concordano nell’attribuire al gioco un enorme rilievo come fattore emotivo, affettivo, sociale ed educativo poiché le esperienze che rimangono più impresse sono quelle mosse da vivo interesse.
Il bambino, il ragazzo, deve essere accompagnato e guidato in questo mondo, anche a scuola. Qui gli educatori devono essere orientati ad offrire quante più attività ludiche possibili. Sia gli insegnanti che i genitori non devono affatto sottovalutare questa pratica e devono essere più attenti alle attività da scegliere: puntare a giochi completi, entusiasmare i ragazzi, stimolarli per apprendere con più facilità!
FranklinCovey Education Italy con il programma Leader in Me si impegna proprio in questo: sostenere l’approccio pedagogico all’interno della scuola, creando entusiasmo nei ragazzi e nei docenti, valorizzando le risorse di entrambi e dando nuova vita al rapporto educativo e nuova energia ai percorsi di apprendimento.
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