Le competenze non cognitive e il metodo 7 Habits a scuola

La scuola non è solo il luogo in cui si imparano nozioni, questo è sempre più chiaro, specialmente dopo questi ultimi anni alle prese con difficoltà e problemi dati dalla didattica a distanza, che li ha portati in evidenza.

Come può un ragazzo comportarsi in modo altruistico, rispettoso, sviluppare amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale se non diventa prima una persona di transizione, basando ogni suo pensiero e di conseguenza azione su sani principi?

L’educazione emotiva a scuola sembra non essere più così lontana.

La conferma dell’approvazione, alla Camera, della proposta di legge sulla valorizzazione delle competenze non cognitive, lo dimostra.

Gli insegnanti dovranno declinare lo sviluppo delle competenze non cognitive all’interno dei propri insegnamenti per migliorare il rapporto con gli studenti.

Nella crescita dei ragazzi l’attenzione non deve essere focalizzata solo su capacità di memorizzazione, di logica o di apprendimento di nozioni. Tutto ciò deve essere affiancato da competenze nuove e altrettanto necessarie e, non solo per preparare i ragazzi al loro futuro ingresso nel mondo del lavoro: l’insegnamento delle life skills aiuterà i ragazzi nella loro crescita personale, nella socializzazione, nell’integrazione, nella gestione dello stress.

A scuola si porteranno finalmente concetti come la capacità di adattamento, i comportamenti positivi, la gestione delle emozioni, della comunicazione, l’empatia, il pensiero creativo e critico, il problem solving, e FranklinCovey Education Italy ha questo come obiettivo.

Il metodo formativo e didattico numero uno al mondo sull’efficacia e la leadership personale, fondato sulle 7 Habits di Stephen Covey, aiuta scuole, docenti e famiglie a educare gli individui attraverso un processo comprovato di crescita personale e interpersonale che può avere un impatto immediato e duraturo.

Con oltre 6.000 scuole in tutto il mondo portiamo ai ragazzi quell’insieme di competenze, abilità personali, cognitive, sociali, emotive e relazionali che permettono loro di affrontare le sfide quotidiane della vita, rapportandosi a sé stessi e agli altri con fiducia nelle proprie capacità e con atteggiamento positivo e costruttivo.

In fondo sono loro il nostro futuro e, se non crediamo ed investiamo in loro, in cos’altro dovremmo farlo?